Shopper Science Lab: la nuova conoscenza Data-Driven a servizio del Retail

Shopper Journey Insights-Shopper Science Lab

L’efficacia degli Shopper Insights e la trasferibilità dei risultati di ricerca

Nel mondo del retail contemporaneo, caratterizzato da strategie di canale eterogenee, l’utilizzo efficace delle conoscenze, e relative ricerche sullo shopper, è uno dei fattori che maggiormente influenza il disegno e l’esecuzione di attività di successo.

Oggi, grazie all’utilizzo di tecnologie di rilevazione implicita, come sensori infrarossi per rilevare le interazioni degli shopper con i prodotti sullo scaffale, unite alle metodologie di Big Data Analytics, è possibile ottenere una conoscenza dello shopper journey, e dei suoi fattori determinanti, senza precedenti.

All’interno di uno Shopper Science Lab (un punto vendita reale da utilizzare come un laboratorio di osservazione implicita), dotato di tali tecnologie, si possono effettuare test e analisi a supporto delle strategie di Shopper Marketing, Category Management, Packaging e New Product, per verificarne l’efficacia, decodificare i fattori che guidano la decisione finale di acquisto per decidere poi quali attività replicare a roll-out in tutti i punti vendita dello stesso canale.

Ma è possibile utilizzare gli insight e le raccomandazioni di business ricavati da un solo punto vendita per prevedere se una strategia sarà vincente anche in tutti gli altri punti vendita dello stesso canale?

Anni di esperienza e dati raccolti in Shopper Research, ci consentono di rispondere a questa domanda basandoci su informazioni solide, che ci hanno dato la possibilità di valutare la trasferibilità delle linee guida ottenute in uno Shopper Lab in tutti gli altri punti vendita dello stesso canale, per le variabili principali del trade mix.

In particolare, dalle metanalisi[1] di Grottinilab, compiute analizzando dati provenienti dai nostri Shopper Science Lab appartenenti a diversi store format presenti nelle varie geografie, abbiamo avuto modo di valutare la trasferibilità dei risultati delle varie ricerche compiute per le variabili principali del Trade Mix (scaffale, assortimento, materiale promo, packaging), negli store format dello stesso canale.

Le metanalisi ci confermano che le linee guida testate in uno Shopper Lab per valutare un nuovo layout di scaffale, delle nuove variazioni di assortimento, nuove adiacenze di categoria, nuovi materiali promo, nuovi packaging, sono riapplicabili ed estensibili nei punti vendita dello stesso canale. Ovvero, ad esempio, un disegno di scaffale che risulta vincente in un test effettuato in un punto vendita laboratorio in GDO, può essere riapplicato negli altri punti vendita del canale GDO, ovviamente con i dovuti adattamenti legati alle dimensioni e all’ampiezza della categoria nel punto vendita. Ancora, per le strategie relative alle adiacenze di categorie, i nostri studi ci hanno mostrato come non ci siano particolari differenze nel modo in cui i prodotti vengono mentalmente raggruppati dagli shopper nei diversi store format all’interno dello stesso canale. Le linee guida che si dimostrano vincenti, in termini di adiacenze in un ipermercato, possono dunque essere riapplicate anche in un supermercato, con degli adattamenti legati al numero di categorie presenti e alla profondità dell’assortimento.

Tali risultati sono supportati da una base dati costituita da circa 80 milioni di record, raccolti grazie allo studio di più di 600mila Shopper nel mondo (oltre 100mila solo in Italia).

Lo Shopper Lab: una evoluzione, ma non una rivoluzione, della Shopper Research

Non dimentichiamo che, ancora oggi, la maggior parte delle decisioni aziendali, come il lancio di un nuovo packaging, di un nuovo prodotto o di un nuovo disegno di scaffale, viene presa sulla base di qualche centinaio di risposte a questionari, a volte anche sulla base di poche decine di colloqui qualitativi.  In alternativa, vengono utilizzati i cosiddetti “negozi laboratorio”, ossia supermercati “ricostruiti” ove vengono pre-reclutati dei potenziali acquirenti al fine di analizzarne i comportamenti di acquisto, che sono generalmente guidati da questionari pre e post la visita del punto vendita ricostruito. Anche in questo caso, raccoglieremo qualche centinaio di risposte agli stimoli testati per decodificare uno shopper journey che sarà, comunque, determinato da partecipanti consapevoli che le loro azioni all’interno del punto vendita saranno oggetto di analisi. Teniamo conto che, con le informazioni ricavate da tali indagini, le aziende spesso determinano il successo su base Nazionale o il fallimento di iniziative i cui investimenti richiedono ingenti budget.

In un punto vendita reale, dotato di osservazione implicita, abbiamo la possibilità di raccogliere, in un solo giorno, i dati dell’intero shopper journey per centinaia di persone (fra le 300 e le 500 in un punto vendita di circa 800-1.000 mq, fra le 1.000 e le 1.300 in un punto vendita di circa 1.400-1600 mq, più di 7.000 in un ipermercato di circa 12.000 mq). Osserviamo il loro comportamento, a partire dall’ingresso nel punto vendita, al percorso compiuto all’interno delle categorie fino alle interazioni con i prodotti sugli scaffali e all’acquisto dei prodotti. Vengono registrate ogni giorno migliaia di transazioni di prodotti (in un punto vendita di circa 800-1.000 mq più di 1.800 al giorno, ossia più di 12.000 ogni settimana, e più di 50.000 ogni mese) e il monitoraggio avviene senza influire sulla loro normale modalità di fare la spesa.

Gli acquirenti nel punto vendita laboratorio, infatti, non sono mai consapevoli di essere “osservati”, e la privacy di shopper e personale viene sempre garantita in quanto i sistemi non rilevano immagini ma inviano ai database stringhe di dati del tutto anonime, in linea con le normative vigenti e con il GDPR. Negli Shopper Science Lab vengono utilizzate tecnologie e metodologie di Big Data Analytics all’avanguardia e vengono applicate le più recenti innovazioni scientifiche nel campo dell’intelligenza artificiale e dell’IOT, grazie alla partnership consolidata con il Visual Robotics and Artificial Intelligence Laboratory (VRAI) del Dipartimento di Ingegneria e dell’Informazione dell’Università Politecnica delle Marche.

Una tale mole di dati, che viene gestita in real-time, garantisce ai risultati che emergono dall‘analisi robustezza e significatività statistica. I dati vengono gestiti attraverso rigorosi controlli di qualità e analizzati da un team di Data Scientist specializzati nell’estrarre dai Big Data le informazioni che servono per rispondere a specifiche domande di business. I dati raccolti negli Shopper Science Lab reali di Grottinilab confluiscono in una banca dati che ad oggi conta circa 500 milioni di record e che permette anche di calcolare benchmark e valutare i risultati verso medie di categoria, altre geografie e store format, per costruire strategie di Shopper Based Design non più fondate su “singoli punti vendita o “singole unità di business” ma su un approccio di “canale”.

Grazie a questo nuovo metodo di ricerca implicita, attraverso lo Shopper Science Lab è possibile finalmente prendere decisioni su strategie di Shopper Marketing e Category Management basate su dati solidi, statisticamente robusti ed oggettivi, rilevati nel momento stesso in cui gli shopper prendono la decisione di acquisto, ossia nel punto vendita, davanti allo scaffale. Questo permette di cogliere anche quei comportamenti frutto dell’istinto e dell’impulso, che difficilmente sarebbe possibile decifrare attraverso domande a posteriori o shopping trip accompagnati.

In sintesi, la nostra esperienza, ad oggi maturata in vari canali come la GDO, Tech, Vending, Farmacia, Profumeria, Telecomunicazioni, ecc. ci permette di affermare che:

  1. I dati rilevati in maniera oggettiva, censuaria e continuativa, in un punto vendita costituiscono una base statistica solida per le analisi fondamentali delle variabili del Trade Mix
  2. Le linee guida elaborate dall’analisi di tali dati sono replicabili sui punti vendita dello stesso canale

A partire da Gennaio 2020 Grottinilab, in partnership con Cesar by Barbarossa, ha lanciato il primo e al momento unico Shopper Science Lab in Italia.

Scrivici a info@grottinilab.com per avere più informazioni su come accedere ai dati del laboratorio ed effettuare test al suo interno.

Patrizia Gabellini

      Grottinilab Global Head of Data Science

Note

[1] Metaanalisi Grottinilab: oltre 80 milioni di records rilevati su più di 600.000 shoppers; oltre 100.000 interazioni, vari Paesi (2 continenti), in diversi store format (Hyper, Super, Minimarkets), 18 categorie GDO integrata con analisi condotte su progetti in ambito Tech, Pharma, Drugstore, Fashion, Vending Machine (grazie all’unico Shopper Science Lab dedicato alla distribuzione automatica al mondo, con 28 macchine tra caldo e vetrine in 13 location pubbliche ad alto traffico), Service providers, ecc.

Scopri come testare le tue strategie di Trade Marketing

Caso di Studio Shopper Science Lab Acqua & Sapone

Vuoi conoscere e misurare l’impatto di una promozione a volantino sui prodotti della tua categoria?

Con lo Shopper Science Lab di Grottinilab potrai testare le tue attività di Trade Marketing in maniera rapida e precisa monitorandone l’impatto sul comportamento degli Shopper.

Lo Shopper Science Lab, attivo in Italia grazie alla partnership con Acqua & Sapone by Cesar Srl di Barbarossa, è un laboratorio permanente dotato di tutte le nostre soluzioni tecnologiche per il monitoraggio dei comportamenti impliciti d’acquisto in un punto vendita reale.

Il laboratorio è già operativo e disponibile per le aziende, esso offre un contesto configurato per azzerare i tempi per lo start dei progetti e rispondere in maniera rapida alle tue domande di business, permettendoti un accesso immediato a un database con uno storico di dati reali per analitiche avanzate.

Scarica il caso di studio per scoprire come abbiamo misurato l’impatto di una promozione a volantino in uno dei nostri Shopper Science Lab.

Il ruolo dei Big Data nelle strategie di Retail Marketing – 2 di 3

Guida 2di3 Il ruolo dei Big Data nelle strategie di Retail Marketing

I Big Data sono oggi uno degli argomenti più utilizzati, cliccati e taggati in molti articoli e post social ma pochi sono, ad oggi, i casi concreti di utilizzo nel mondo Retail.

L’approccio all’analisi dei Big Data nel Retail Marketing segue un ordine di priorità, strettamente collegato alle variabili del Trade Mix, che può essere riassunto in questo semplice schema:

Big Data Analytics nel Retail Marketing

Nell’applicazione specifica dell’analisi dei Big Data al Retail Marketing, poche sono le aziende che sono state in grado di convertire questa enorme quantità di dati in informazioni veramente utili alle azioni concrete di business e di utilizzarli per monitorare l’impatto di tali azioni sul mercato, per un chiaro feedback.

In questa seconda uscita prosegue il percorso sull’utilizzo efficace dei Big Data per le strategie di Retail Marketing, affrontando la definizione dei fondamentali per migliorare l’esperienza di navigazione del Punto Vendita.

Big Data e Retail: opportunità e sfide

Big Data e Retail - Opportunità e sfide

Lo scenario

 

I progressi nelle tecnologie dell’informazione e la riduzione dei costi della raccolta dei dati hanno reso la generazione di dati personali e aziendali, la loro raccolta e analisi, parte integrante della nostra vita. Le chiamiamo “digital footprints”, le nostre tracce digitali: lasciamo informazioni sulla nostra posizione tramite i nostri telefoni e app; diamo indicazioni sui nostri stili di vita ai supermercati attraverso ogni transazione; passiamo sottosistemi di conta-persone; condividiamo immagini e opinioni nei social media.  Questa grande quantità di dati permette alle aziende di avviare un percorso che porti all’utilizzo di moderne forme di analisi per supportare le proprie scelte e decisioni al fine di creare un vantaggio competitivo. McKinsey stima che l’uso dei big data nel settore Retail possa portare ad aumentare i margini fino al 60% [1], evidenziando l’importanza e la pertinenza delle applicazioni dei big data in questo particolare scenario che vede consumatori, retailer e produttori concorrere alla creazione ed analisi di dati.

L’interesse per questo settore che unisce big data e retail è dimostrato anche da queste due storie. Nel maggio 2013, Rangespan, una società che utilizza l’analisi dei big data per aiutare i rivenditori a prendere decisioni sulle gamme di prodotto da mettere in vendita per la loro clientela, viene rilevata da Google e smette di fornire servizi ad altri retailer; ora è diventato un servizio interno per Google Shopping per rendere più efficaci le sue offerte sulla base dell’analisi dei big data [2]. Due mesi dopo, Boomerang Commerce, una società che fornisce servizi di tariffazione dinamica ai retailer sulla base dell’analisi dei big data, ha raccolto $ 8,5 milioni di investimenti [3].

Da punto di vista della ricerca scientifica, la maggior parte delle ricerche sui big data nel retail si sta concentrando su come ottenere maggiori informazioni sui comportamenti dei consumatori per implementare le attività di marketing in modo più efficace.

Di seguito approfondiremo lo scenario internazionale delle principali applicazioni dei big data nel retail al fine di portare esempi di come vengono utilizzati i big data e come possono essere analizzati in termini di ottimizzazione della disponibilità di prodotto, dell’assortimento, della gestione di prezzi dinamici e di pianificazione automatica del layout di un negozio.

 

Le principali applicazioni: assortimento, prezzi e layout del negozio

 

L’assortimento è uno dei compiti più difficili per le catene logistiche della vendita al dettaglio e ha oggi un’alta priorità nelle applicazioni pratiche delle analisi di big data a causa del suo impatto sulle vendite [4,5]. A partire dalla segmentazione dei clienti e dalle loro preferenze, anche provenienti dai social, sono sempre più utilizzati sistemi di assortimento ottimo per quel particolare target di utenti [2,6]. Le più recenti piattaforme di analisi includono l’analisi delle correlazioni tra gli articoli acquistati, i modelli di acquisto dipendenti dal tempo e dalla posizione al fine di prevedere mix di prodotti da proporre ai propri clienti [7,8]. L’output aiuta i retailer a comprendere e prevedere le preferenze e le composizioni dei basket dei clienti e a migliorare i processi di previsione di consumi e di assortimento, anche per meglio gestire la logistica, fino allo scaffale o alla consegna a domicilio.

I prezzi sono una delle questioni più difficili che devono affrontare i retailers [8] a causa delle grandi quantità di SKU il cui prezzo può variare in luoghi diversi e nel tempo a seconda della domanda e della concorrenza locali o delle promo. Nel caso di ribassi e promozioni, i prezzi sono ancora più difficili a causa del maggiore livello di incertezza e della mancanza di dati storici con le stesse condizioni di promozione. Poiché le promozioni sono una funzione di ciò che è presente anche sul mercato, è quasi impossibile replicare una promozione, sebbene alcune somiglianze possano essere catturate a scopo di previsione. Per questo le ultime tecnologie di big data applicate al retail permettono un’amplificata capacità di elaborazione e analisi che consente di prendere decisioni su promozione in modo più efficace ed efficiente ed in tempo reale [1].

 

L’ottimizzazione del layout del negozio è uno dei moderni scenari dell’analisi dei big data nel retail in quanto come il consumatore interagisce con lo spazio ha un impatto decisivo sulle decisioni di acquisto. In passato, il comportamento del cliente in negozio poteva essere analizzato osservando i clienti inclusi in un campione statistico e queste informazioni potevano aiutare i retailer a ottimizzare il layout del negozio e a disegnare delle esposizioni dei prodotti sugli scaffali [9]. Tuttavia, questo metodo richiede un notevole livello di impegno e le moderne evoluzioni dell’Internet of Things [10] hanno portato ad un intenso uso di video e di Deep Learning, di tag UWB e RFID collegati ai carrelli per tenere traccia dei movimenti dei clienti, incrementando notevolmente i volumi di informazioni a basso costo che possono essere usati per raccogliere ed analizzare nuove fonti di dati [2, 6]. Sebbene il traffico in negozio da solo non possa fornire informazioni sul comportamento dei clienti, i dati sulla posizione in negozio dei clienti forniscono comunque utili correlazioni con le vendite che costituiscono uno dei grandi campi di indagini del settore che porteranno a sistemi di supporto alle decisioni nel design di spazi ed esposizioni di prodotto.

 

Le conclusioni

 

Le nuove fonti dati, insieme ai nuovi metodi di analisi, sono oggi a nostra disposizione e tante aziende come Grottini Lab hanno la capacità di supportare un processo che è sempre più interdisciplinare e che partono dalla consapevolezza che l’uso efficace di grandi moli di data, spesso non comunemente applicate al settore, costituiscono un prezioso supporto per lo sviluppo presente e futuro del retail.

Emanuele Frontoni

        Docente di Computer Vision & Deep Learning presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università Politecnica delle Marche

 

Bibliografia

 

  1. Brown, B.; Bughin, J.; Byers, A.H.; Chui, M.; Dobbs, R.; Manyika, J.; Roxburgh, C. Big Data: The Next Frontier for Innovation, Competition, and Productivity; Technical Report for Mckinsey&Company: Washington, DC, USA, 2011.
  2. Google Buys UK Retail Forecasting Firm Rangespan. Available online: http://www.bbc.co.uk/news/technology-27261504
  3. Boomerang Commerce Closes $8.5 mln Series A. Available online: https://www.pehub.com/2014/07/boomerang-commerce-closes-8-5-mln-series-a/.
  4. Ayers, J.B.; Odegaard, M.A. Retail Supply Chain Management, 2nd ed.; Auerbach Publications: Boca Raton, FL, USA, 2008; pp. 3–13. ISBN 9781498739146.
  5. Customer Science: Growing Business with Customer Data. Available online: https://www.dunnhumby.com/customer-science-growing-business-customer-data (accessed on 24 September 2017).
  6. Bala, P.K. Data Mining for Retail Inventory Management, 1st ed.; Springer: Dordrecht, The Netherlands, 2009; pp. 587–598. ISBN 978-90-481-2311-7. [Google Scholar]
  7. Videla-Cavieres, I.F.; Rios, S.A. Extending market basket analysis with graph mining techniques: A real case. Expert Syst. Appl. 2014, 41, 1928–1936. [Google Scholar] [CrossRef]
  8. Grewal, D.; Levy, M. Retailing research: Past, present, and future. Retail. 2007, 83, 447–464. [Google Scholar] [CrossRef]
  9. Underhill, P. Why We Buy: The Science of Shopping, 1st ed.; Simon & Schuster Pbks: New York, NY, USA, 2009; pp. 75–85. ISBN 978-1587990441. [Google Scholar]
  10. About iBeacon on Your iPhone, iPad, and iPod touch. Available online: https://support.apple.com/en-gb/HT202880

È nato il primo Shopper Science Lab in Italia

Per noi di GrottiniLab, il Retailing è una scienza.

In partnership con Cesar, abbiamo lanciato il primo Shopper Science Lab italiano.

Un REALE punto vendita interamente equipaggiato con tecnologie per lo studio implicito dei comportamenti d’acquisto.

Una collaborazione importante, con Acqua&Sapone e Cesar srl, che certifica la qualità delle nostre soluzioni per la Shopper Behavior Analysis.

Il laboratorio è attivo, leggi la brochure informativa cliccando nel link sottostante.

SCARICA LA BROCHURE

I primi insights saranno presto disponibili sul nostro sito.

 

Il ruolo dei Big Data nelle strategie di Retail Marketing – 1 di 3

Guida 1di3 Il ruolo dei Big Data nelle strategie di Retail Marketing

I Big Data sono oggi uno degli argomenti più utilizzati, cliccati e taggati in molti articoli e post social ma pochi sono, ad oggi, i casi concreti di utilizzo nel mondo Retail.

L’approccio all’analisi dei Big Data nel Retail Marketing segue un ordine di priorità, strettamente collegato alle variabili del Trade Mix, che può essere riassunto in questo semplice schema:

Big Data Analytics nel Retail Marketing

Nell’applicazione specifica dell’analisi dei Big Data al Retail Marketing, poche sono le aziende che sono state in grado di convertire questa enorme quantità di dati in informazioni veramente utili alle azioni concrete di business e di utilizzarli per monitorare l’impatto di tali azioni sul mercato, per un chiaro feedback.

Servono esperienza e conoscenza per captare le informazioni strategiche e innescare azioni reali volte a migliorare la Shopper Experience e la Customer Satisfaction.

Shopping Experience Analytics (SEA): il ruolo dei Big Data nella trasformazione digitale del retail fisico

Shopper behavior-The buyer decision process
Il processo decisionale d’acquisto

Negli ultimi anni le tecnologie digitali hanno impattato sensibilmente e, talvolta in maniera dirompente, su modelli di business, processi produttivi, prodotti e servizi.

Tale fenomeno, noto anche come digital transformation, non riguarda solamente le aziende operanti nei settori più innovativi, bensì interessa anche i comparti industriali più tradizionali.

Tra questi, uno dei più rilevanti risulta essere quello del retail che oggi è chiamato a fronteggiare una serie di sfide per acquisire nuova competitività.

Il ruolo dei Big Data – L’approccio data driven

In un contesto dove i confini tra dimensione online e offline sono ormai praticamente assenti e dove gli utenti desiderano vivere “esperienze” di acquisto “seamless”, ovvero senza punti di interruzione, il confronto tra negozio fisico ed e-commerce si pone su un piano ancora più complesso del passato.

Da un lato, i marketplace online sono dotati da tempo di sistemi avanzati di big data analytics in grado di fornire a manager e operatori un quadro completo sia del processo d’acquisto, sia del profilo dell’acquirente attuale e futuro, grazie all’analisi predittiva. Dall’altro lato, nel retail tradizionale, il ricorso a questo approccio data-driven non sembra essere altrettanto consolidato. Al contrario, sono ancora molti gli attori del mercato che assumono decisioni strategiche e di marketing, basandosi sul solo dato di venduto.

La Business intelligence al servizio del retail

In quest’ottica, il ricorso a tecnologie come sensori, sistemi di visione e intelligenza artificiale, mettono i retailer tradizionali nell’effettiva condizione di poter ricorrere anch’essi ad una nuova forma di actionable insights, ovvero una conoscenza analitica che va ben oltre l’informazione sulla transazione ed è finalizzata a comprendere ciò che avviene durante il processo decisionale di ogni singolo cliente.

L’obiettivo di questo approccio, fondato su dati oggettivi, è quello di porre realmente il cliente al centro delle strategie di retail marketing, che possono così concentrarsi sul miglioramento della shopping experience.

Shopper Experience Analytics

I sistemi innovativi di retail analitycs disponibili oggi sul mercato sono in grado infatti di monitorare le performance dello store ad un livello molto approfondito.

È possibile ad esempio tracciare i percorsi che i singoli clienti compiono all’interno del punto vendita, dal momento dell’accesso all’uscita. Inoltre, possono essere monitorate le diverse interazioni dei clienti con i prodotti, così come i tempi d’acquisto.

Alla luce di queste opportunità, è possibile affermare che la Shopper Experience Analytics risulta essere una disciplina necessaria nell’attuale scenario competitivo. La segmentazione della clientela sulla base dei comportamenti di acquisto consente ai retailers di avere una visione completa del punto vendita e delle sue performance. I manager potranno quindi pianificare strategie di marketing ed implementare azioni promozionali più efficaci, poiché effettivamente rilevanti rispetto al pubblico di riferimento e alle reali potenzialità del punto vendita. Grazie ad una nuova cultura del “dato” si andrà sempre di più verso uno scenario in cui retail online e offline non saranno trattati come competitors, bensì concepiti come alleati in grado di “dialogare” tra loro.

Luca Marinelli

Docente del Laboratorio di Digital Strategy e Data Intelligence Analysis dell’Università Politecnica delle Marche

Che impatto ha una promozione a volantino sui consumatori?

Cliente

Retailer

Domande di business

Analizzare le performance del volantino e capire come il volantino impatta sul flusso nel punto vendita.

Proposta

Monitoraggio del comportamento degli shopper prima, durante e dopo il lancio  delle offerte a volantino.

Risultati

Grazie al monitoraggio dello shopper behavior è stato possibile misurare l’impatto del volantino sul flusso degli shopper nel punto vendita.

Planogram

Cliente

Produttore

Domande di business

Valutare le performance del planogram attuale e confrontarle con le performance di un nuovo planogram.

Proposta

Monitoraggio del comportamento dei consumatori di fronte allo scaffale.

Risultati

Grazie alla misurazione è stato possibile verificare che il nuovo planogram ha prodotto un miglioramento delle performance della categoria.

Percorso espositivo

Cliente

Museo

Domande di business

Valutare le performance dell’offerta e del percorso espositivo dell’istituzione museale.

Proposta

Monitoraggio del comportamento offline e online del pubblico del museo.

Risultati

Grazie alla misurazione è stato possibile delineare un’offerta più adeguata al target stabilito, migliorando così le performance del museo.

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